Ecco 5 buone ragioni per cominciare a fare cosplay

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Perché cominciare a fare cosplay? Questa è una domanda interessante alla quale rispondere se anche tu hai subito il fascino del mondo del cosplay, ma ancora non hai provato le sensazioni di essere tu dall'altra parte e vivere sulla tua pelle l'emozione di dare vita al personaggi che ami così tanto!

In questo articolo condivideremo con te la storia personale realmente accaduta ad una ragazza che ha deciso di raccontarci cosa l'ha spinta a fare cosplay per la prima e vi elencheremo le 5 buone ragioni per cominciare a fare cosplay. Partiamo? Let's go!:

Ecco 5 buone ragioni per cominciare a fare cosplay

"1) Un modo per fuggire dall'invisibilità e sentirsi accettati"
"2) Un rifugio dalla realtà difficile"
"3) Superare i traumi come il bullismo"
"4) Costruzione di una comunità e amicizie autentiche"
"5) Riconoscimento e soddisfazione personale

 

Cominciamo a raccontare la storia di Cloe (pseudonimo inventato per privacy) come se fosse proprio lei a raccontarci direttamente la sua storia di come è iniziato il suo amore per il mondo del cosplay. Ecco la sua storia.

Per quanto mi riguarda non è certo una domanda dalla risposta standard, ogni persona ha infatti i propri motivi per iniziare a praticare un'attività o avvicinarsi ad una passione in modo più continuativo ed assiduo. Nel mio caso è presto detto: ho iniziato a fare cosplay perché non volevo più essere invisibile e desideravo con tutto il cuore essere accettata.

1) Un modo per fuggire dall'invisibilità e sentirsi accettati

Il desiderio di essere visti e accettati è un bisogno umano fondamentale. Spesso, coloro che si sentono invisibili o emarginati trovano nel cosplay una forma di espressione che permette loro di uscire dall'ombra e di essere riconosciuti per ciò che sono o per ciò che rappresentano. L'indossare un costume diventa un atto catartico, attraverso il quale si può ottenere l'attenzione positiva che si è cercata per tutta la vita.

L’accettazione all’interno di una comunità di cosplayer è spesso un toccasana per l'autostima e aiuta a contrastare sentimenti di esclusione e solitudine. E' un sentimento che accomuna tante persone, di certo non solo me, quando frequentavo le scuole elementari ero l'unica della classe a cui piaceva disegnare, che amava i cartoni animati ed i fumetti, leggevo Topolino e quelle pagine erano per me un mondo magico al quale potevo accedere solo continuando a sfogliare quell'albo.

Insomma quando tutti giocavano a calcio o con le bambole io me ne stavo in un angolo a scarabocchiare passando per quella strana a cui nessuno rivolgeva la parola e le volte che lo facevano di solito non era per farmi complimenti appassionati.

Alle scuole medie la fantasia ha continuato ad essere per me un'arma senza eguali, (anzi ancora di più visto quello che sarebbe successo) un mondo chiuso nel quale mi sentivo protetta come in una fortezza impenetrabile, ciò che mi ha permesso di non cedere alla disperazione e ad altro ancor peggio.

2) Un rifugio dalla realtà difficile

La fantasia, e nel caso specifico il cosplay, può essere una forma di escapismo positivo. Quando la realtà diventa opprimente o ostile, costruire mondi alternativi in cui rifugiarsi aiuta a mantenere la serenità. Il cosplay non è una fuga fine a sé stessa, ma un luogo in cui sperimentare un senso di sicurezza e libertà emotiva.

Indossare un costume diventa un mezzo per gestire ansie e stress, un "porto sicuro" dal quale trarre forza per affrontare la realtà. Questo ovviamente non vuol dire chiudere gli occhi al mondo, ma solo cercare un luogo in cui per una volta lasciar da parte la vita di tutti i giorni, spesso priva di colore ed emozioni positive.

Ho quindi iniziato a frequentare la mia prima fiera cosplay da visitatrice, ero al secondo anno e con due amici di un altro istituto andai al Lucca Comics and Games, era ancora un piccolo evento ad ingresso gratuito che si svolgeva al Palazzetto dello Sport, pensate quanto invece sono cresciuti oggi per essersi espansi in tutta la città e con così tante personalità, ospiti ed attività diverse ogni anno.

Entrata mi pareva davvero di aver varcato la soglia di un mondo magico, proprio quello che stavo cercando: da tutte le parti c'erano poster e disegni di illustratori, stand che vendevano magliette, peluche e un sacco di cose belle e manga, tanti manga per tutti i gusti. Purtroppo non potei comprare nulla, né avevo un telefono o una macchina fotografica per immortalare ciò che stavo vivendo, ma nel mio cuore e nella mia mente tutto è ancora impresso come fosse accaduto pochi minuti fa.

Venivano regalati un sacco di gadget: cartoline, spille, anteprime di manga in uscita, poster e un sacco di cose diverse, alcune le conservo ancora nel mio armadio, quello era per me sufficiente ad essere felice, come se avessi comprato mezza fiera! Per una ragazzina alla sua prima uscita in questo nuovo mondo era come aver ottenuto il Giappone intero in un unico giorno. Poi c'erano loro, i cosplayer...

Vedere quei ragazzi e quelle ragazze vestiti come i personaggi che amavo era qualcosa di stupendo, un'emozione unica, certo sapevo che quello che indossavano era solo un costume, davanti a me non c'erano la vera Sailor Moon, Spiderman o Dart (chi lo conosce ha tutta la mia stima), ma il fatto che potessero sentirsi come i loro eroi, vestirsi come loro, fare le stesse pose era stupendo!

Non riuscii a parlare con nessuno dei cosplayer per comunicargli la mia passione, solo chiesi delle foto al mio amico che aveva una usa e getta, purtroppo non ne ebbi mai una copia, ma non importa, come ho detto, nel mio cuore tutto è ancora ben presente e nitido.

Quindi per quanto mi riguarda la mia esperienza è stata dettata dapprima da una vena artistica, disegnavo ogni cosa che mi piaceva indipendentemente da ciò che pensavano gli altri (una passione se è tale non ha bisogno di essere spiegata a nessuno), poi dalla curiosità di scoprire questo magico mondo colorato ed infine dal voler essere come i miei eroi della TV.

Purtroppo non è stato tutto rose e fiori...alle scuole elementari dovetti cambiare scuola per colpa del bullismo in parte acuito anche da questa mia passione e spesso non solo inferto dai compagni di classe, ma anche dagli stessi insegnanti.

3) Superare i traumi come il bullismo

Il cosplay può essere un efficace strumento di guarigione per chi ha subito il bullismo. Indossare il costume di un personaggio amato consente di assumere una nuova identità, liberandosi momentaneamente dei traumi subiti.

Vestire i panni di un eroe o di un personaggio forte può rafforzare l'autostima e aiutare a ricostruire un'immagine di sé più positiva. Inoltre, il riconoscimento e l’accettazione all'interno della comunità cosplayer possono compensare le ferite causate dal bullismo, offrendo un ambiente inclusivo e accogliente.

Come tutti quelli che hanno subito questo genere di sopruso scatta un mix di sentimenti terrificante, pensi sempre di non essere adatto, di non avere un posto nel mondo e un sacco di altre cose che ti porterai avanti nel tempo senza nemmeno accorgertene, problemi che ti segneranno per una vita. Il bullismo è una brutta bestia, infida, crudele e spesso invisibile.

Ti senti fuori posto, escluso da tutti, senza nessuno a cui confidare i tuoi segreti, avevo montagne di diari a cui raccontavo ciò che mi capitava e nonostante fossero in bella vista nessuno mi ha mai chiesto cosa fossero, nessuno ha mai sbirciato tra quelle pagine facendosi qualche domanda.

Sono cresciuta piena di insicurezze e problemi, ma per fortuna la mia forza interiore mi ha sempre dato una mano ad uscire dalle situazioni più brutte, non solo i semplici insulti, ma anche dalle azioni concrete volte ad annichilirmi ed umiliarmi, a cercare di farmi sotterrare dalla vergogna e sentire contro corrente, quando invece non c'era niente che non andava in me.

Come una linea invisibile il bullismo si protrasse ulteriormente, dalle elementari alle medie, come se fosse una naturale prosecuzione, sfociando anche in altre problematiche psicologiche che tentai di riparare da sola come i pezzi rotti di un vaso, i miei genitori ignorarono l'argomento e il mondo degli adulti chiuse completamente gli occhi a qualsivoglia accusa.

Quando nessuno però poteva tendermi una mano, fu allora che trovai conforto ancora di più tra le pagine di quel mondo magico che avevo sempre adorato. Da Topolino passai a leggere le Witch, Monster Allergy e un sacco di altre cose, divoravo tutto assiduamente e poi iniziai con i manga, il mio primo fu Tokyo Mew Mew al quale sono ancora particolarmente legata.

Come poteva una bambinetta permettersi di prendere queste cose direte? Bé intanto i prezzi erano diversi da quelli odierni, rimpiango davvero i manga a 2000 lire e le montagne che portavo a casa dalla fumetteria (eh sì la vecchiaia!) e poi c'era mia nonna che è stata praticamente mia madre fino a quando ho avuto diciassette anni e le ho purtroppo dato l'ultimo saluto.

Mia nonna è stata una figura centrale nella mia passione, mi ha sempre incoraggiata e non mi ha mai giudicata, quando ho iniziato a fare cosplay era quasi arrivata alla fine della propria vita, ma sorrideva, lo faceva lo stesso, era così fiera di me, mi insegnò infatti la cosa più bella che esista ovvero che avere qualcuno che crede in te riesce a darti la carica per fare ogni cosa, anche ciò che non pensavi di essere in grado di fare.

Così, nella mia passione cosplay coinvolsi anche mio fratello minore ed era stupendo avere qualcuno con cui condividere le emozioni, quando andavo alle fiere le persone sorridevano, si divertivano e vivevano ogni attività, non c'erano tanti emarginati, no, erano tante persone come me.

Era stupendo poter parlare con altri appassionati, fare foto e stare in giro tutto il giorno come se avessi assunto l'identità del mio eroe preferito, come se per davvero da Mello avessi dovuto dare la caccia a Kira o da Crocodile combattere Rufy, calarsi nel personaggio interpretato è troppo bello, ti senti come un attore su un palcoscenico enorme.

Il risultato poteva non essere dei migliori, ma quello che contava era la passione e l'amore che veniva messo nell'impersonare proprio il tuo idolo. Considerate che quando ho cominciato io non c'erano esperti del settore a cui rivolgersi perché “travestirsi” era una “scemata” da bambini e assolutamente un'attività di nicchia, quindi cercavo i vestiti più simili in commercio e quando invece decisi di affidarmi ad una sarta (autoproclamata una delle migliori della zona oltretutto), questa sbagliò in pieno il costume che le avevo richiesto, allora capii che dovevo porre rimedio e come al solito rimboccarmi le maniche.

Il cosplay era un mondo magnifico e colorato, la gente rideva e scherzava e per un istante si dimenticava tutto, non c'erano bulli, non c'erano prime donne, tutti eravamo uguali e questa per me è ancora la vera essenza del fare cosplay.

Certo oggi con i social e la celebrità facile tante cose sono cambiate e sempre più spesso si trovano anche persone sgarbate o che indossano cosplay solo per mettersi in mostra e non perché amano davvero ciò che fanno, ma ognuno la vive come preferisce, basta che non venga a rovinarmi la festa e vi giuro che non è ancora mai successo.

4) Costruzione di una comunità e amicizie autentiche

Fare cosplay permette di incontrare persone con interessi comuni, creando legami autentici e profondi. Il senso di appartenenza a un gruppo è un potente strumento di supporto emotivo. In una comunità di cosplayer, gli individui possono sentirsi liberi di essere sé stessi, condividendo passioni senza timore di giudizio.

Queste relazioni, costruite su esperienze condivise, possono agire come ancora di salvezza in momenti di difficoltà e favorire la resilienza. Personalmente ho creato nel tempo un gruppo di amici con cui girare alle fiere, possiamo organizzarci per mangiare insieme o andare in auto e dividere le spese, così diventa tutto più facile no?

Se dovessi incontrare di nuovo la me bambina le direi di non piangere e disperarsi, che aspettando un giorno avrebbe trovato delle persone disposte a condividere con lei momenti fantastici e a farla sorridere prendendola per mano.

Un amico è un tesoro e non tanto per dire, è qualcuno su cui si può contare e anche se non sempre presente è come se lo fosse costantemente. Nel mio caso alcuni di loro sono semplici appassionati che adorano assaltare gli stand per procurarsi ogni tipo di merchandise e altri invece proprio cosplayer come me.

Perciò se a distanza di tempo ancora non ho smesso di andare alle fiere, sono abbastanza certa che le brutture che altri possono notare non mi tangono affatto, oltretutto ho finalmente potuto avere degli amici, amici veri e non virtuali o fittizi tanto per fare numero, ma appassionati come me sparsi in tutta Italia che regolarmente incontro nei vari appuntamenti cosplay a cui riesco a partecipare e questo per me è un enorme valore aggiunto. Insomma ho iniziato nel 2008 e guardate in che anno siamo e non accenno certo a smettere!

Non date retta a chi vuole sminuire la vostra passione, ciò che vi fa star bene non è terapeutico solo per il vostro umore, ma anche per la vostra giornata, impegnarvi in qualcosa, non lasciarsi solo trasportare dagli eventi è quello che tutti dovrebbero fare per riempire le proprie ore.

Prendete i brutti ricordi e chiudeteli in un cassetto, perché è vero, non se ne andranno mai del tutto, ma si può sempre cercare di costruire qualcosa di nuovo sulle macerie, c'è sempre la possibilità di rinascere grazie a nuove passioni, curiosità, sogni ed idee, è assolutamente possibile superare brutti momenti e usarli per crescere, saranno sempre lì, ma con il tempo li vedremo sempre meno, proprio come si copre un tatuaggio che non ci piace più.

5) Riconoscimento e soddisfazione personale

Il riconoscimento pubblico per l'impegno e la creatività impiegati nel fare cosplay è una potente fonte di soddisfazione personale. Ricevere complimenti non solo rafforza la propria autostima, ma offre anche una valida conferma esterna del proprio valore.

Nel mondo del cosplay, il feedback positivo da parte di altri appassionati contribuisce a costruire un'immagine di sé più forte e sicura, eliminando quel senso di invisibilità o marginalizzazione vissuto in precedenza.

Per quanto mi riguarda non esiste età per iniziare né per concludere, basta adattarsi con passione, voglia di mettersi in gioco e divertirsi, quando ricevi un complimento per il vestito che indossi, per il make up o l'atteggiamento e le pose che assumi, ti senti importante, ti senti davvero come se non fossi più tu, non ti consideri più invisibile.

Fare cosplay mi trasmette una scarica positiva, lavorare al mio progetto e vederlo prendere forma passo passo sotto i miei occhi è qualcosa di unico, metti le mani in pasta per dare un volto al tuo sogno.

Non pensi più a quando degli sciocchi invidiosi e pieni di complessi ti urlavano contro e ti additavano come strano solo per la tua passione, non è crearsi una cassa di risonanza, è solo prendersi una rivincita sul mondo e far capire che quella tipa strana, “sfigatella” e silenziosa alla fine è rinata proprio grazie a quello che amava.

Mentre loro affogavano i loro sogni schiavi di questo o quel pregiudizio, tu invece andavi avanti con la tua vita, vivendone una parallela per qualche giorno all'anno, come se ogni tanto divenisse possibile passare nel regno della fantasia e poi uscirne dopo un tempo limite, un po' come Cenerentola no?

Quindi quando mi chiedono perché ho iniziato a fare cosplay, io senza paura rispondo che quando indosso il mio costume, lo vedo nella sua interezza, controllo che ogni cosa sia in ordine ed infine arrivo ad una fiera, sento chiamare il nome del personaggio che sto portando e capisco che stanno proprio parlando con me, vedo i volti felici dei fan di quella serie, ricevo foto e complimenti.

Comprendo quindi che è proprio per questo che lo faccio, non cercando un'illusione di celebrità, bensì per sentirmi accettata da una comunità, per trovare chi come me ama proprio quel personaggio di nicchia e quando finalmente eccolo lì so di aver trovato un amico per la vita.

Conclusione

Cominciare a fare cosplay non è solo una questione di divertimento o di amore per la cultura pop; è anche un percorso personale che può portare a una maggiore consapevolezza di sé, a una guarigione emotiva e a una connessione più profonda con altre persone. Ogni ragione estrapolata dall'articolo rappresenta un tassello di questo viaggio trasformativo che tanti appassionati sperimentano.

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